Inizio


Continuo a pensare che lo sforzo della semplificazione sia un impegno gravoso.
Una di quelle responsabilità umane che ci rendono persone.
Come il rispetto, l'amore, il silenzio...

Trovo infatti immancabile l'impegno personale, di ciascuno in quanto tale (non si accettano deleghe di alcun tipo) nell'indagare e nel definire, nello scoprire e nel cercare, se stessi.
Il singolo alla ricerca, non nel rifiuto del resto, ma nell'accoglienza motivata, ora scostante ora painteistica.
La realtà è fatta per me, ma non sono niente davanti alla realtà.
Una missione, forse, un impegno che include soddisfazione ma che in sè, nel proprio tragitto, include forse una luce di senso.
Come se la vita non fosse scoperta, ma viaggio alla scoperta. Non verso, sia chiaro.

Scoprirsi, conoscersi e definirsi.
In un eterno gioco di avvicinamenti e allontanamenti, di "mi appartiene ma non mi include", di "mi supera ma non mi basta". Capire cosa non si è, in una esasperazione della domanda, senza perdere di vista la complessità, la scelta numerosa.
Qui entra in gioco anche il fattore tempo, poco tanto: tuo.
Ma la scelta risulta essere importante.
Ricavarsi il proprio bello, scoprirsi bellezza
di fronte a tanta bellezza, scoprirsi attimo, ora goccia ora lacrima.
Semplificare per accogliere. E viziarsi. Perchè un po' la vita è eleganza del riccio, riservato cantuccio per sè, attimo sottratto, momento intenso ritagliato al tutto che scorre.
Ma non fermo. In un costante movimento di energie.

Si inizia

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