bellezza fragile

« ... Credo che non ci sia nessuno in questa stanza che non abbia fatto qualche volta una comune bolla di sapone, e che, ammirandone la forma perfetta e la meravigliosa lucentezza dei colori, non si sia chiesto come fosse possibile fare tanto facilmente un oggetto così splendido ... in una comune bolla di sapone c’è molto di più di quanto immagini di solito chi si limita a considerarla un gioco »

(Charles Vernon Boys, Le bolle di sapone e le forze che le modellano - Zanichelli, 1963)

Che cos'è una pioggia d'estate

"All'inizio la bellezza pura irrompe nel cielo, quel timore rispettoso che si impadronisce del cuore, sentirsi così irrisori al centro stesso del sublime, così fragili e così ricolmi della maestà delle cose, sbalorditi, ghermiti, rapiti dalla magnificenza del mondo. Dopo, percorrere un corridoio e d'improvviso penetrare in una stanza piena di luce. Un'altra dimensione, certezze appena nate. Il corpo non è più un involucro, la mente abita le nuvole, sua è la potenza dell'acqua, si annunciano giorni felici, in una nuova nascita. Poi, come le lacrime, che sono talvolta tonde, abbondanti e compassionevoli, si lasciano dietro una lunga spiaggia lavata dalla discordia, così la pioggia estiva, spazzando via la polvere immobile, è per l'anima degli esseri come un respiro infinito. Quindi certe piogge d'estate si radicano in noi come nuovo cuore che batte all'unisono con l'altro."


Questo estratto ha una potenza che mi colpisce.
Coglie un'energia.
Nella sua poeticità trasfigura qualcosa che in sè ha del miracoloso: la pioggia d'estate.
E' un momento di scontro evidente, in cui il paradosso dell'incontro acqua caldo si fa forte, assoluto, estremo nella sua semplicità.
Adoro l'attimo di sospensione, così solenne: il cielo sembra vibrare, carico di potenza.
Poi la rassegnazione magica, il calore che si sprigiona nel suo elemento opposto, l'acqua che scende.
Una fusione, splendida



Inizio


Continuo a pensare che lo sforzo della semplificazione sia un impegno gravoso.
Una di quelle responsabilità umane che ci rendono persone.
Come il rispetto, l'amore, il silenzio...

Trovo infatti immancabile l'impegno personale, di ciascuno in quanto tale (non si accettano deleghe di alcun tipo) nell'indagare e nel definire, nello scoprire e nel cercare, se stessi.
Il singolo alla ricerca, non nel rifiuto del resto, ma nell'accoglienza motivata, ora scostante ora painteistica.
La realtà è fatta per me, ma non sono niente davanti alla realtà.
Una missione, forse, un impegno che include soddisfazione ma che in sè, nel proprio tragitto, include forse una luce di senso.
Come se la vita non fosse scoperta, ma viaggio alla scoperta. Non verso, sia chiaro.

Scoprirsi, conoscersi e definirsi.
In un eterno gioco di avvicinamenti e allontanamenti, di "mi appartiene ma non mi include", di "mi supera ma non mi basta". Capire cosa non si è, in una esasperazione della domanda, senza perdere di vista la complessità, la scelta numerosa.
Qui entra in gioco anche il fattore tempo, poco tanto: tuo.
Ma la scelta risulta essere importante.
Ricavarsi il proprio bello, scoprirsi bellezza
di fronte a tanta bellezza, scoprirsi attimo, ora goccia ora lacrima.
Semplificare per accogliere. E viziarsi. Perchè un po' la vita è eleganza del riccio, riservato cantuccio per sè, attimo sottratto, momento intenso ritagliato al tutto che scorre.
Ma non fermo. In un costante movimento di energie.

Si inizia